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mercoledì 25 agosto 2010

free of the fear and the pain

era il 1999
e c'eri tu, che sei sempre stata presente, che ho odiato e che poi sei tornata nella mia vita a complemento perfetto in totale simbiosi
e c'eri tu e li ci siamo conosciuti, e che negli anni sei diventato la mia razionalità e il mio equilibrio
e c'eri anche tu che 7 anni dopo la morte di nostro figlio sei diventato padre di nuovo, di quello che questa volta spero considererai un bambino vero, visto che il mio non lo era.
ero giovane, ed esattamente fragile come adesso.
all'inizio del baratro e ancora non lo sapevo
avevo rabbia, avevo passione, avevo sogni in cui credere e cose per cui lottare
e nulla del buio in cui ho lottato per sopravvivere subito dopo mi ha ammazzata.
però a distanza di anni il mio demone maledetto ritorna. pensavo di averlo ammazzato una volta per tutte, di esserne fuori. non è così.
ci si può liberare dalla depressione e dal panico?
mi è stato consigliato di smettere di muovermi calcolando ogni mossa per non fare male al prossimo, anche se è una mossa che un po' alla volta mi uccide e mi distrugge.
mi è stato consigliato di fare le cose per il mio bene e non per quello degli altri, perchè la mossa perfetta non esiste.
eppure ancora mi manca il respiro, ancora non riesco a muovermi per il veleno dentro che mi scorre dentro e mi paralizza senza nessuna forza o voglia o motivo per alzarmi.
un mese e mezzo paralizzata dal dolore in un letto perchè il mio corpo mi ha imposto di fermarmi ti portano ad un'autoanalisi profonda come non vorresti mai.
e scopri che ad alcuni degli ideali che avevi sei andata in culo dritta spedita come un treno, che quei sogni che avevi uno alla volta se non li hai realizzati li ammazzati e li hai fatti a pezzi con le tue mani, che nella tua vita c'è una lunga, lunghissima sequenza di errori più o meno gravi e di delusioni inflitte a chi credeva in te.
se c'è una cosa che mi manca del 1999 è la capacità di innamorarmi. la fiducia e la passione che ancora avevo verso il mondo. un po' di botte le avevo prese, è vero. ma sapevo ancora innamorarmi e perdere la testa con l'innocenza che ti fa vivere a pieno cuore quel sentimento.
ho smesso di innamorarmi. ora prima arriva la paura. ora ogni farfalla che tenta il volo nello stomaco non respira per la botta di cicatrici che ha sopra di se.
e in tutto questo realizzi che sei sempre comunque sola. le persone vanno e vengono. non puoi dare mai nulla per scontato. ti alzi una mattina e quella persona che amavi non c'è più. meglio dire ti voglio bene una volta in più piuttosto che vivere per tutto il tempo che ti resta con quelle parole che ti restano tra i denti, perchè è un rimpianto che pesa come nessun'altro.
il tempo passa, le persone attorno a te finalmente ce la fanno, raggiungono grandi traguardi, ottengono grandi successi. e io sono ancora sempre esattamente qui. una lunga colonna di fallimenti che iniziano a pesare. più il tempo passa più tutto pesa.
e ancora una volta, da sola devo capire dove punta la bussola, anche se realmente sta girando a vuoto su se stessa.
se qualcuno ha una calamita me la metta davanti e mi tiri fuori da questo vortice nero di pece e veleno e odio e dolore perchè ci sono dentro totalmente
il problema è che non c'è nessuno.
perchè siamo soli
sempre.

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