html hit counter
free html hit counter

mercoledì 24 novembre 2010

amore cinestesico

oggi amo il senso di pace che mi da entrare in libreria
amo la sensazione della carta sotto i polpastrelli e il fruscio delle pagine che scorrono
amo il freddo sul viso mentre esco di casa
amo il profumo e il sapore di questa tazza di the e amo sentirne il calore che mi invade la pancia a ogni sorso
amo l'odore di soffitta di un vecchio libro
amo l'olio profumato che scorre sulla pelle dopo una doccia bollente
amo il raggio di sole freddo che mi abbaglia senza riuscire a scaldarmi
in tutto questo continuo a odiare la distanza e la tua assenza
siamo due vite che scorrono e ogni tanto si sfiorano

mercoledì 13 ottobre 2010

diplofonie as a lullaby

il rientro a casa è sempre alienante
questa volta ancora di più
questa volta era tutto perfetto al limite dell'irrealità
perfetto in ogni parola, in ogni gesto, in ogni dettaglio, in ogni luogo, odore, profumo, situazione.
ho programmato di fare una sola cosa e non l'ho fatta.
avevo programmato di stare bene, e invece sono stata infinitamente in paradiso.
fai paura per quanto suoni alla perfezione con me
e ancora una volta inizio a chiedermi cosa ci sia qui per me e cosa sia rimasto a tenermi qui.
il vento soffia, la mia terra chiama
e io rispondo, ma ogni volta andarsene è un dolore lacerante
non ho ancora imparato che quando torno a casa, anche se poi me ne vado il mio cuore resta li.
è chiedere troppo se voglio ancora una diplofonia come ninna nanna?

venerdì 8 ottobre 2010

show must go on

non esiste perdono per un dolore così grande, non c'è spiegazione razionale ad una simile follia contronatura. c'è solo una fotografia chiara e nitida della realtà in cui viviamo, in cui le persone sono trattate come oggetti, in cui i giornalisti sono sciacalli e il significato della parola "rispetto" in generale è andato perduto, da troppo tempo. sacrificato in nome del proprio appetito sessuale, sacrificato in nome dell'impennata degli ascolti, dalla fame di vita reale di chi sta li incollato davanti al monitor in attesa di vedere il momento conclusivo.
la spettacolarizzazione delle notizie è anche colpa di chi sta li a guardare e accetta la merda che gli viene proposta. cosa si prova a vedere il vuoto negli occhi di una madre che aspettava la figlia e a cui comunicano che è stata uccisa, stuprata e che da un mese quel che resta del suo corpo è nudo e in posizione fetale. dillo a una madre che la sua stessa famiglia l'ha tradita così a fondo in nome di un mero istinto contronatura, perchè li anche l'istinto di protezione verso i cuccioli è andato a farsi fottere. ma il mostro recitava, piangeva davanti alle telecamere, per un mese intero.
e ora che tutto si è risolto e che è stato sbattuto in faccia a tutti così, l'unica cosa da chiedere è un'ultimo atto di pietà. e questa volta davvero di rispetto verso il dolore e il vuoto che per tutta la vita rimarrà in quella famiglia. avete avuto quello che volevate. adesso basta.

martedì 7 settembre 2010

tra il dire e il fare

c'è di mezzo una infinita serie di sfumature e di dettagli.
c'è quel tuo dire tanto per dire, perchè poi quando è ora di fare sei perfetto sempre e solo a parole. e la coerenza tra il dire e il fare non sai cosa sia.
c'è quel tuo dire tanto per fare, che viene ucciso sul nascere, perchè se davvero volessi fare avresti già fatto senza tanto star li a nasconderti dietro un dire.
e c'è quel tuo fare, senza tanto star li a ricamare sui discorsi, senza tanti fiocchi e fiocchetti e giri inutili di aria tra i denti. quel tuo essermi accanto e basta. quel tuo prenderti cura di me senza stare a raccontarmi mille storie.
e vale più di mille parole inutili date in pasto al vento.

mercoledì 25 agosto 2010

free of the fear and the pain

era il 1999
e c'eri tu, che sei sempre stata presente, che ho odiato e che poi sei tornata nella mia vita a complemento perfetto in totale simbiosi
e c'eri tu e li ci siamo conosciuti, e che negli anni sei diventato la mia razionalità e il mio equilibrio
e c'eri anche tu che 7 anni dopo la morte di nostro figlio sei diventato padre di nuovo, di quello che questa volta spero considererai un bambino vero, visto che il mio non lo era.
ero giovane, ed esattamente fragile come adesso.
all'inizio del baratro e ancora non lo sapevo
avevo rabbia, avevo passione, avevo sogni in cui credere e cose per cui lottare
e nulla del buio in cui ho lottato per sopravvivere subito dopo mi ha ammazzata.
però a distanza di anni il mio demone maledetto ritorna. pensavo di averlo ammazzato una volta per tutte, di esserne fuori. non è così.
ci si può liberare dalla depressione e dal panico?
mi è stato consigliato di smettere di muovermi calcolando ogni mossa per non fare male al prossimo, anche se è una mossa che un po' alla volta mi uccide e mi distrugge.
mi è stato consigliato di fare le cose per il mio bene e non per quello degli altri, perchè la mossa perfetta non esiste.
eppure ancora mi manca il respiro, ancora non riesco a muovermi per il veleno dentro che mi scorre dentro e mi paralizza senza nessuna forza o voglia o motivo per alzarmi.
un mese e mezzo paralizzata dal dolore in un letto perchè il mio corpo mi ha imposto di fermarmi ti portano ad un'autoanalisi profonda come non vorresti mai.
e scopri che ad alcuni degli ideali che avevi sei andata in culo dritta spedita come un treno, che quei sogni che avevi uno alla volta se non li hai realizzati li ammazzati e li hai fatti a pezzi con le tue mani, che nella tua vita c'è una lunga, lunghissima sequenza di errori più o meno gravi e di delusioni inflitte a chi credeva in te.
se c'è una cosa che mi manca del 1999 è la capacità di innamorarmi. la fiducia e la passione che ancora avevo verso il mondo. un po' di botte le avevo prese, è vero. ma sapevo ancora innamorarmi e perdere la testa con l'innocenza che ti fa vivere a pieno cuore quel sentimento.
ho smesso di innamorarmi. ora prima arriva la paura. ora ogni farfalla che tenta il volo nello stomaco non respira per la botta di cicatrici che ha sopra di se.
e in tutto questo realizzi che sei sempre comunque sola. le persone vanno e vengono. non puoi dare mai nulla per scontato. ti alzi una mattina e quella persona che amavi non c'è più. meglio dire ti voglio bene una volta in più piuttosto che vivere per tutto il tempo che ti resta con quelle parole che ti restano tra i denti, perchè è un rimpianto che pesa come nessun'altro.
il tempo passa, le persone attorno a te finalmente ce la fanno, raggiungono grandi traguardi, ottengono grandi successi. e io sono ancora sempre esattamente qui. una lunga colonna di fallimenti che iniziano a pesare. più il tempo passa più tutto pesa.
e ancora una volta, da sola devo capire dove punta la bussola, anche se realmente sta girando a vuoto su se stessa.
se qualcuno ha una calamita me la metta davanti e mi tiri fuori da questo vortice nero di pece e veleno e odio e dolore perchè ci sono dentro totalmente
il problema è che non c'è nessuno.
perchè siamo soli
sempre.

giovedì 5 agosto 2010

magie

quando semplicemente la magia di qualcosa di prezioso vissuta nel momento perfetto ti fa così male che tutto ciò che riesci a fare è stringerti da sola quasi come per spremerti e piangere veleno dal fondo del cuore.

lunedì 2 agosto 2010

not proud

esattamente non so quando sono morta, ma a quanto pare è successo.
penso di avere ancora il ricordo e la perfetta percezione di tutto ciò che ho provato per ogni colpo ricevuto.
solo non so quando è arrivato quello che mi ha uccisa.
non sono qualcosa che amo, non sono qualcosa di cui vado fiera.
solo un corpo che cede sotto il peso di se stesso.
sfregiata, incapace anche solo di reggermi in piedi, incapace di trovare un medico che sappia aiutarmi.
non sono qualcosa di cui vado fiera, se mi osservo dall'esterno non ho ne stima ne rispetto per me stessa, per ciò che sono.

giovedì 29 luglio 2010

saturazione

prima o poi
solitamente è quando meno te lo aspetti
ma arrivi al punto di saturazione
il momento in cui non contieni più l'ultima goccia
e il vaso trabocca tutto il veleno che con pazienza hai gestito e accumulato fino a quel momento.

perchè a scoparti sono capaci tutti
ma prendersi davvero cura di qualcuno è un'altra cosa

mercoledì 9 giugno 2010

pois e puntini

e alla fine è successo quello che non avrei mai pensato possbile mesi fa
mi sei scivolato addosso
non sei più tu
non sei più quel qualcosa di mio
non ci sono più i brividi
non mi batte più il cuore
la tua assenza è la condizione abituale
il tuo vantarti di mille uscite e mille conquiste mi rimbalza addosso senza ferirmi
sei sempre tu
ma non sei più mio
e scivoli
senza lasciare nulla

giovedì 3 giugno 2010

l'impermanenza delle cose

le cose che cambiano
persone che vanno e vengono
che per un certo periodo sembra che senza te non possano vivere
e che poi vanno avanti,
chi va alla grande
chi non imparerà mai a essere sincero
chi non crescerà mai
chi non imparerà mai a stare al mondo
chi ancora tenta di essere la tua blanda fotocopia
io me ne sono andata per non soffocare nella ridondanza della vostra pesantezza
per non perdere tempo a ragionare sul perchè e su di voi
ho scelto il carnevale, nel bene e nel male
la leggerezza della testa fra i lustrini
indossare ogni sera una maschera diversa
considerare il sesso come uno sport salutare
e poter scegliere gli attrezzi da palestra di mio gradimento
senza supplicare
o dover dare lezioni
o essere umiliata
il che comporta però anche l'essere comunque da sola
e il male che ho dentro non cambia,
l'insoddisfazione resta sempre quella
però per una volta, stranamente

...farfalle...

lunedì 24 maggio 2010

poison

tristemente ridotta al ruolo di spettatrice
osservo e non vivo
contemplo foto di me stessa
valuto, soppeso
elargisco consigli
godo lo spettacolo delle vostre vite
piango nel mio angolo per le vostre gioie
rido da qui nel vedere i vostri sorrisi
rifiuto il contatto diretto e l'interazione
non c'è più niente che mi soddisfi
di ogni cosa vedo prima la parte marcia
e mi fermo a quella
ho smesso di rincorrere
voglio essere rincorsa
perchè quando vuoi davvero qualcosa o qualcuno lo prendi a ogni costo
e se io son sempre qui vorrà pur dire qualcosa
hai ragione tu, ancora una volta
ho voglia di ciabattine
è lecito esser stanchi di stare da soli
penso di meritare di poter lasciarmi andare
e mostrare il fianco sapendo che ci sarà qualcuno a baciarlo e proteggerlo
grazie per avermi spezzato il cuore
finalmente la luce riesce ad entrare
stranamente ho trovato pace
in questa palude
è la pace per aver soffocato le mie urla
e anche stanotte mi ddormenterò cullata dal veleno che mi gira nel sangue
tracce di sangue in un sistema di veleno nero e denso

martedì 11 maggio 2010

libra

alla fine mette sul piatto
il veleno
l'assenza di vita sociale
la solitudine
la tristezza
l'aver perso i sogni
non c'è più magia
non c'è piu niente che faccia battere il cuore per bene
pende
non pende bene

martedì 27 aprile 2010

fumar puede matar

puede
come potrebbe un sacco di altre cose
così stasera fumo
una sigaretta alla menta
spagnola
la tenevo li per le serate speciali
oggi non c'è niente di speciale
è solo un giorno infernale come gli altri
forse ancora più infernale degli altri
l'ora più buia
ma senza la certezza che domani sorgerà il sole
così metto la sigaretta fra le labbra con lentezza religiosa
e come se fosse un rituale assaporo ogni singola boccata
lentamente
e ha un sapore che non avevo mai sentito
da brava cinestesica resterò legata a questo sapore
e alla luce che c'è adesso nella stanza
e alla musica che mi sta cullando l'anima
e all'arietta fresca che entra dalla finestra
tremendamente fotografica in ogni percezione
cold mint
carta bianca e filtro d'argento
e con la stessa religiosa lentezza
lascio cadere la cenere nel diavolo al mio fianco

mercoledì 14 aprile 2010

c'è

l'angoscia, sempre presente
il rifiuto per il mio corpo
l'odio verso la mia debolezza
l'assenza, la tua
il dolore forte nelle vene
il cuscino zuppo di lacrime anche stanotte
la mancanza di sogni da portare avanti
la paura di non farcela
una montagna di problemi che si moltiplicano
la stanchezza pesante nell'anima
un peso sempre nel cuore che non mi fa più sorridere

martedì 13 aprile 2010

io

non sono forte
sono solo troppo orgogliosa per accettare di essere compatita
sono sola
e sono stanca di esserlo
sono stanca di non avere nessuno che mi abbracci mentre mi addormento
stanca di non avere nessuno che mi faccia sorridere il cuore
stanca di non potermi permettere di fermarmi o di crollare, perchè per tutti è scontato che io sia quella forte che supera sempre tutto.

martedì 30 marzo 2010

stop

ho passato la vita a prender botte, farmi male, leccarmi le ferite, combattere, sanguinare ancora, piantare le unghie e i denti per avere ciò che volevo
ho realizzato tutti i sogni e tutto quello che volevo
now, bring me that orizon era diventata la linea guida. ho vissuto questi mesi trascinata per inerzia, aspettando che qualcosa di meraviglioso arrivasse per me, che ci fosse qualcosa capace di scuotermi ancora.
ho disegnato le mie lacrime su specchi pieni di vapore per ricordarmi cos'è piangere, what do you want? ...feel...
ho scelto di fermarmi, respirare, prendere un'altro ritmo
ma non mi è concesso, non ho rallentato abbastanza...

e se non ci pensi da solo, ci pensa sempre qualcun'altro a tagliarti le gomme e a non farti mai fare quello che volevi...

domenica 21 marzo 2010

voglia di caldo e voglia di estate
voglia di guidare al tramonto, coi finestrini aperti e l'aria della sera che arriva ad accarezzarti la pelle
voglia di dormire con la finestra aperta e le rane e i grilli che cantano da fuori
voglia di quelle notti blu da vivere scalza senza il peso dei vestiti addosso
voglia di frutta mangiata di notte nei prati
voglia di addormentarmi al sole sotto un albero

domenica 7 marzo 2010

quando mi hai chiesto cosa mi piace di te non ho saputo risponderti...
ti ho detto che è chimica, che a pelle sto bene con te, e che se continuo a tornare c'è un perchè...

poi ho capito che ciò che mi piace è che quando hai voluto me non hai chiesto, mi hai presa e basta
che quando dici o fai qualcosa rivolto a me ci metti passione, ci metti cuore...si sente, e resta. ogni volta resta sempre qualcosa di te
mi piace il tuo saper assaporare le cose e godertele fino all'ultimo piccolo morso, all'ultimo respiro, all'ultimo brivido, sempre al massimo...
conosci il significato della parola "piacere", in dare o in avere
you take care of me
e non rinunci anche se non c'è tempo, anche se non è il mio momento
mi vuoi e mi fai sentire desiderata, coccolata, ti prendi cura di me in un modo che avevo dimenticato da anni
e tutto questo insieme mi fa stare bene, tanto

tu che sei ciò che sei
che non cambierai mai
promettimi che
ci sarà sempre un posto
che tieni caldo per me

martedì 2 marzo 2010

take care, they say

anche quando non puoi fermarti o non te ne viene concesso il tempo, alla fine è sempre il tuo corpo a costringerti alla sosta e alla rigenerazione. quasi in un'estrema forma di autoconservazione e istinto di sopravvivenza

take care, they say

ma io difficilmente so prendermi cura di me
so curare il mio guscio, rendo perfetto il mio involucro con mille artefizi
ma non so curare me stessa, il veleno è li da tanto e continua a fare danni su danni

e nel mio piccolo mi stupisco di come tu sappia invece prenderti cura di me, di me che mai nessuno si ferma a sfiorare così, di me che per mesi ho dimenticato cosa voleva dire abbandonarsi al piacere

take care, they say

...finché alla fine ti bacerò sul cuore, perché ti voglio,
morderò la pelle che batte sul tuo cuore, perché ti voglio,
e con il cuore tra le mie labbra tu sarai il mio, davvero,
con la mia bocca nel cuore tu sarai mio, per sempre...

lunedì 15 febbraio 2010

...dream...

ti ho sognato stanotte
verso mattina
parlavi tenendo le tue labbra appena appoggiate alle mie
sfiorandole a ogni parola appena sussurrata
e senza preavviso a metà di una frase mi hai baciata
ed è stata elettricità in ogni goccia di sangue
e un secondo dopo mi eri addosso
mi sono svegliata e mi sono costretta a riaddormentarmi per riviverlo
e ancora la stessa scossa
mi sei rimasto addosso tutto il giorno
e ci sei ancora

domenica 7 febbraio 2010

fame

fame d'amore
non sesso
non meccaniche sequenze

amore
quella cosa che fa male nel sangue
che fa ridere per nulla
che fa vibrare ogni nervo in perfetto accordo

quella cosa che ho dimenticato
degna di essere concessa a chi è in grado di ricambiare

ho dimenticato come si fa ad innamorarsi
ma soprattutto
non so più come ci si sente ad essere amati

giovedì 4 febbraio 2010

scimmiare

se un giorno
presa con l'inganno
la parte buona
che hai ucciso un pezzo alla volta
cerca di tornare a farsi viva
uccidila tu stessa
ancora una volta
con le tue stesse mani
ancora una volta
prima che faccia troppi danni in giro

ritornare consapevole di quel sottile potere
sentirsi desiderata, davvero
avere ancora il magistrale comando dello scettro

senza concedersi, mai

perchè ogni volta che ci hai provato le mazzate che hai preso te le ricordi sempre e solo tu
presa e fatta a brandelli così tanto che stenti a riconoscerti
ma anche a questo serve una corazza spessa anni di prese per il culo e mancanze di rispetto
serve perchè quando ti colpiscono ancora puoi proteggerti sotto di lei mentre metti a posto i pezzi.

ritornare a concepire i numeri
chi viene trattato come numero e crede di essere di più
chi ha tutto ma si sente numero
chi vorrebbe essere numero e non viene calcolato

e io anche stasera, in risposta a un preciso codice, ho fatto i miei numeri uccidendo quel poco di buono che era rimasto

mi copro di nero e di demoni in risposta al mondo e a ciò che subisco
il giorno in cui le cose cambieranno forse concepirò una visione nuova

lunedì 1 febbraio 2010

voglio solo

la forza per piangere
tutto il veleno che ho dentro
in silenzio
per poi alzarmi in piedi
guardarmi alle spalle
e ridere
dal profondo del cuore
come non succede da tanto

mercoledì 27 gennaio 2010

smile...

non ho tempo per nulla
ma torno a casa e sorrido guidando con una lentezza quasi religiosa, fumando l'ultima sigaretta della giornata assaporando ogni boccata, ascoltando quel pezzo di musica così perfetto a tutto volume col finestrino aperto, anche se è gennaio e siamo sottozero, pensando ogni volta che in quel preciso momento potrei anche morire, che per quanto mi sento completa, sono 45 secondi di felicità nel fondo del cuore che mi fanno dimenticare tutto e morirei col sorriso + grande e + vero
sorrido guardando le foto dei nipoti del mio migliore amico
sorrido guardando tutta quella meraviglia messa insieme pensando che io qualcosa di così bello non lo avrò mai
sorrido trovando il mio maschietto di fiducia che dopo un mese di sfratto non ce la fa e torna a dormire sul mio letto
sorrido pensando che stanotte un po' alla volta mi ha rubato tutto lo scaldasonno e io mi sono svegliata abbracciata a un pinguino col cappotto
sorrido pensando che i soldi non danno la felicità ma ti aiutano a dimenticare per un po' il dolore
sorrido pensando che non è mail il caso di idealizzare le persone e che non puoi mai sapere quanti demoni una persona ha dentro
sorrido nel pensare alle ennesime parole date al vento raccontando la storia dell'orso. mille bei giri di aria fra i denti, per nulla

continuo a preferire i fatti
ho smesso di credere alle favole molto, molto tempo fa

giovedì 21 gennaio 2010

desire

...oh, wanna sleep with somebody
I wanna feel the heat with somebody
yeah, wanna sleep with somebody
with somebody who loves me...

domenica 17 gennaio 2010

things may change

oggi ringrazio mi padre per avermi tenuta nei primi anni di vita immersa nei vinili e nella musica. non ne ero cosciente ma assorbivo, tutto.
e oggi, riascoltando i beatles, ci sento dentro una parte di me. i pink floid sono il tassello perfetto del puzzle. canto battisti e sorrido...

le cose cambiano. a fine ottobre ho chiuso il giro e non sapevo dove puntare la bussola...
il vortice attorno è notevole e gli stimoli arrivano fortissimi dappertutto...ma adesso ho voglia di cambiare rotta e di prendermi tutto quello che in questi anni non ho preso...
ho facoltà di scelta, e la esercito...eccome!
e nonostante quello che si aspetta la gente, come sempre l'unica persona che più delle altre desideri è quella che meno delle altre si concede
ma a modo mio ho imparato a trarre felicità e godere delle piccole cose...
un calice di vino, il primo della mia vita...sorseggiato piano gustando un'ottima cena assieme a te che sei ciò che di più simile a me esiste al mondo...con l'oggetto delle mie attenzioni a portata di sguardo...

eppure ancora chiudo gli occhi, e sospirando dentro di me chiedo solo

now...bring me that orizon...

martedì 12 gennaio 2010

21

c'è chi lo considera un libro per bambini, chi l'ha letto e non l'ha capito
e chi come me più volte all'anno lo legge, ancora, dopo anni e anni
e ogni volta trovo me stessa dentro
e ogni volta è sempre più mio
e tutta me stessa è nella storia della volpe
di lei che chiede amore, anche se sa che resterà ferita
di lei che lega persone e cose insignificanti in modo indissolubile
di lei che sa che si vede bene solo col cuore, quel cuore che prepara ad essere felice
di lei che conosce il prezzo della felicità

In quel momento apparve la volpe.

"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..."
"Chi sei?" domando' il piccolo principe, "sei molto carino..."
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono così triste..."

"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe.

Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire ?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.

"Che cosa vuol dire ?"
"Gli uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "?"

"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ..."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo".

"Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'è un fiore... credo che mi abbia addomesticato..."
"E' possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra..."
"Oh! non e' sulla Terra", disse il piccolo principe.

La volpe sembrò perplessa:

"Su un altro pianeta?"
"Si".

"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No".
"Questo mi interessa. E delle galline?"
"No".

"Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe. Ma la volpe ritornò alla sua idea:
"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."

La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
"Per favore... addomesticami", disse.

"Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"

"Che cosa bisogna fare?" domandò il piccolo principe.

"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino..."

Il piccolo principe ritornò l'indomani.

"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti".

"Che cos'e' un rito?" disse il piccolo principe.
"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".

Così il piccolo principe addomesticò la volpe.

E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "... piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"

"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
Poi soggiunse:
"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto".

Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.

"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.

"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è piu' importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa".

E ritorno' dalla volpe.

"Addio", disse.

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo.

"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripetè il piccolo principe per ricordarselo.


lunedì 11 gennaio 2010

non c'è un gran che da scrivere oggi, non c'è molto di importante da dire
ci sono vecchie canzoni e ricordi, e quel senso di fastidio che lasciano dentro
in alcuni casi le scelte vanno fatte in maniera netta, e per me è sempre stato o bianco o nero. il grigio non è contemplato
rimorsi, non rimpianti. perchè il rimorso pesa meno, il rimpianto non te lo scollerai mai di dosso.
e a modo mio il mio non volermi legare mai e non rendere conto a nessuno della mia vita è il modo che ho scelto per portare rispetto al mondo
perchè quando è stato il momento di scegliere se ferirmi o meno nessuno si è mai messo la mano sulla coscienza e tirato indietro. anzi. spesso c'è chi si è divertito a buttare sale sui tagli appena fatti
ma le cicatrici fanno corazza e guscio. l'unico che non potranno mai toglierti.
e se davvero qualcosa di dolce è rimasto è nascosto bene, sotto uno spesso strato di botte e insulti e tagli e umiliazioni e lividi e grumi di sangue e veleno che nessuno scioglie.
sta a me scegliere se spostare o meno la corazza...

domenica 10 gennaio 2010

...può succedere

che la distanza fra realtà diametralmente opposte sia quella di un respiro
leggero e timido a sfiorare appena il collo
lungo e intenso se cerchi di prendere tutto di me
veloce e affannato mentre la tua pelle è l'unica cosa che ho addosso
lento e ritmato mentre mi abbracci dormendo

un respiro è solo il primo, perchè se la chimica prende è un totale susseguirsi di respiri più o meno intensi, sospiri più o meno lunghi, mugolii più o meno sommessi...