milano mi da sempre la stessa impressione: ogni volta che ci arrivo ho subito voglia di andare via.
mi sa di tristezza e decadenza
mi sa di freddo e miseria
non riesco a vedere il luccichio della moda e dello spettacolo, non mi arriva l'euforia dei locali e della bella vita mondana
mi fermo agli androni dei palazzi enormi
container di persone e di storie di vite
persone insignificanti che saranno solo numeri ma che mandano avanti le macchine con cui giocano i potenti
vite senza pretese
sogni infranti o mai tirati fuori dai cassetti
rimpianti sepolti di cui non si ricorderà nessuno
com'è morire nel freddo di milano?
sul pavimento di un bagno?
cosa avrai pensato in quel momento?
a tutto questo non so dare un senso
so che quando non hai niente per te diventa un dono magico anche quello che le persone danno per scontato tutti i giorni.
il rispetto e un sorriso sono merce rara al giorno d'oggi.
troppa arroganza, troppa frenesia
corriamo sempre così tanto da non saperci più fermare per godere del presente
viviamo in una proiezione di quello che vorremmo nel futuro e che non raggiungiamo mai, trasformando ogni attimo automaticamente in rimpianto. dal futuro al ricordo. il presente non ci tocca, anche se ci siamo dentro in ogni momento.
dimentichiamo sempre che nulla è dovuto, ma che tutto ciò che abbiamo è un dono.
il verbo "dovere" nella vita ha come unica certezza la morte.
tutti dobbiamo morire
per il resto ci è stata data la facoltà di scegliere